Prosegue la nostra rubrica A tu per tu con… per conoscere il magico mondo dello scouting. Nella Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, AIOC ha il piacere di pubblicare l’intervista ad Angelica Ivone, primo Associato donna. Durante l’intervista, Angelica ha sin da subito mostrato passione, forza ed orgoglio per il suo percorso umano e professionale.
Attualmente Osservatore e Match Analyst per il Taranto FC 1927, dopo aver contribuito allo storico ritorno tra i professionisti di un Club tanto importante, si sta confermando elemento prezioso dello staff della squadra che rappresenta la città dei due mari. Tanta gavetta e tanti sacrifici che le stanno permettendo di costruire un percorso di tutto rispetto nel panorama del calcio professionista.
L’Associazione è fiera di annoverare tra i propri Associati una donna precursore dei tempi, con le idee chiare e con la forza di voler raggiungere obiettivi ed essere apripista per le donne in un mondo fino ad oggi maggiormente maschile.
Come è nata la passione per questo sport e quali sono stati i passaggi che hai effettuato per inserirti in questo specifico ambito trasformando la passione in un lavoro?
La passione verso lo sport più bello del mondo è nata semplicemente guardano prima da tifosa le partite e poi ascoltando i numerosi addetti ai lavori. Lo step successivo è stato quello di cercare un software che trattasse scouting e mi permettesse di migliorare; ho scelto quello del D.S. Enrico Amore, che è diventato il mio maestro e con il quale spesso mi confronto. Ho iniziato a frequentare i campi soprattutto del settore giovanile; ero ovunque! E questa mia passione ha attirato l’attenzione del Mister Giuseppe Laterza. All’epoca era in Promozione nell’Us Fasano Calcio con l’attuale Staff Tecnico Mister Lentini ed Indiveri. Sono 6 anni che lavoriamo tutti insieme con equilibrio e professionalità. Mi sono allontanata solo per una stagione, perchè ho avuto una proposta dal Monopoli Calcio in Lega Pro, dove ho aggiunto al ruolo di osservatore prevalentemente tattico l’ausilio dei video utilizzando software adeguati allo scopo dell’attività. Con il tempo, la passione si è trasformata in una vera e propria professione raggiungendo la forma più completa aggiungendo al ruolo dell’osservatore anche quello di match analyst. Preciso che all’esperienza ho abbinato da subito le competenze acquisite con un percorso di didattico (Diploma UEFA B e Diploma da Osservatore Professionista conseguito presso il Centro Tecnico Federale di Coverciano); penso che il binomio sia fondamentale per essere professionale e professionista.
In qualità di donna in un settore prevalentemente maschile, hai incontrato della diffidenza durante il tuo percorso professionale?
Più che diffidenza, riscontro ancora tutt’oggi difficoltà nel farmi riconoscere il ruolo da tecnico. Gestire una figura femminile crea a volte imbarazzo nella gestione quotidiana. Fortunatamente nello staff non ho mai riscontrato disagio, lo confermano gli anni di lavoro svolto con persone di sesso maschile.
Queste difficoltà le hai riscontrate maggiormente in un contesto interno oppure esternamente?
Non essendo figlia d’arte o ex calciatrice talentuosa, possono essere leggittimi i dubbi iniziali sulle miei analisi e report. Non conta molto il dove, ma soprattutto la visione che gli addetti ai lavori hanno. Sono del parere che l’importanza di ciò che viene detto, dipende da chi lo dice.
Di che cosa ti occupi ed in che cosa consistono le tue mansioni all’interno dell’area tecnica del club per cui lavori?
Sono un Osservatore professionista e svolgo anche ruolo da match analyst. Analizzo i nostri avversari dando la stessa importanza a tutti, la prima partita sui campi per avere una periferica a 360 gradi e poi analizzo 2 o 3 partite in video compilando i relativi report, soffermando l’attenzione sui giocatori che possono fare la differenza. Dal Lunedí mi dedico all’analisi della nostra partita preparando il video che lo staff , ed in seguito la squadra, utilizza per migliorare. Lo stesso accade per i nostri avversari. Seguo soprattutto le sedute tattiche di allenamento, di video e di rifinitura.
Cosa ti ha spinto ad iscriverti alla nostra Associazione?
Ho sempre pensato che in ogni lavoro ci debba essere un Associazione di categoria, che rappresenti, tuteli e faccia conoscere il ruolo soprattutto delle donne. Nel Taranto, Io, la Presidente, l’addetto stampa e la Segretaria, siamo sicuramente un buon esempio.
Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
Nella vita lavorativa gestisco con mia sorella varie imprese e quando mi sono affacciata nel mondo del calcio, mi sono accorta che mancano figure manageriali che abbiano conoscenza calcistica. Ho pensato che prima di diventare un direttore/manager era ed è giusto che faccia esperienza in materia calcistica. I Club sono delle aziende e vanno gestite nello stesso modo, tutelando sia l’aspetto economico che quello tecnico. Il calcio abbraccia e crea sinergie tra molti settori e regala emozioni a chiunque.
Qual è il tuo pensiero sulla crescita importante del calcio femminile? Prenderesti in considerazione un incarico nel calcio femminile o preferiresti continuare in ambito maschile?
Penso che il movimento femminile stia percorrendo la strada giusta, ma ha bisogno di competenze e non solo di rappresentanza. Con piacere mi avvicinerei al mondo femminile, forse più con un ruolo tecnico/manageriale, visto che è un movimento da strutturare. Vi è la necessità di creare i settori giovanili. Le donne iniziano troppo tardi a svolgere questo sport e spesso non fanno parte di club strutturati ma di squadre singole senza una struttura importante a sostegno. Bisogna dare obbiettivi e percorsi per crescere.
Quanto tempo pensi che trascorrerà prima che la presenza di figure femminili in questo sport non sia considerata una eccezione ma una consuetudine come accade per molti altri mestieri? E di cosa c’e’ bisogno perche’ questo accada?
Penso che siamo pronti, ma siamo troppo poche. Il cambiamento non possiamo raggiungerlo con pochi soldati, quindi spero che molte mie collega vedano questo ruolo come un opportunità d’inserimento nel calcio. L’ Associazione può avere un ruolo determinante.
Veniamo al Club per cui lavori, il Taranto F.C. 1927. Come viene strutturato il lavoro di scouting all’interno del club?
Nel nostro Club abbiamo un area scouting gestita dal nostro direttore sportivo ed io che come osservatore/match analyst ricopro un ruolo meno da collaboratore di campo e più di conoscenza di calciatori tecnico /tattici.
Come tanti nel settore, porti avanti un altro lavoro al di fuori del calcio. Quali sono le difficoltà maggiori che riscontri nel conciliare i due lavori?
Il tempo è pochissimo ma la passione riesce a trovarlo. Ci vuole molta organizzazione e programmazione, elementi che nel calcio italiano mancano.
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